All'origine di tutti questi termini vi è un punto di partenza comune, ovvero la difficoltà di un soggetto, sia esso persona fisica o giuridica, di adempiere ad un'obbligazione assunta a seguito della stipula di un contratto di finanziamento in qualità di parte debitrice.

Tale macro definizione fa ricadere il credito in questione all'interno dell'altrettanto macro categoria dei crediti non performanti, ovvero quella degli NPL - Non Performing Loans (appunto "Prestiti Non Performanti"). A seconda, poi, della "gravità" della situazione in esame, ogni NPL viene classificato con diverse terminologie, che ne identificano meglio la situazione. Avremo dunque:

Restando nell'ambito degli NPL, troviamo sovente un'ulteriore distinzione, ovvero quella tra NPL Secured e NPL Unsecured. Semplicemente, i primi sono relativi a crediti originariamente concessi sulla base di una garanzia reale (crediti ipotecari), mentre i secondi no (crediti chirografari). Ci può capitare, inoltre, di sentir parlare di NPE - Non Performing Exposures ("Esposizioni Non Performanti", più correttamente "Esposizioni Creditizie Deteriorate"). Con tale termine si indica l'esposizione che un istituto di credito ha verso gli NPL, vale a dire i crediti inesigibili o, meglio, "deteriorati" e viene spesso associato all'indice dell'NPE Ratio, ovvero il rapporto tra i crediti inesigibili e l'ammontare dei crediti che una banca vanta verso la totalità dei suoi debitori.

Spesso, alla base di tutte queste problematiche, vi è una valutazione dell'immobile posto a garanzia del credito effettuata in modo errato o incompleto, dalla banca o da società terze per conto di essa, a generazione di considerazioni equivoche e forviate che arrivano a comportare seri problemi per l'economia reale, ciò in virtù dei vincoli di bilancio, di capitale e di redditività cui sono soggetti gli enti creditizi che li detengono.

A valle di questi chiarimenti, è utile fare un accenno al mercato degli NPL, cercando di rispondere alla domanda: cosa ha generato un così ampio stock di crediti deteriorati in Italia?

L'origine è da ricondurre alla più grave e prolungata fase di recessione che l'economia mondiale abbia mai dovuto affrontare nel secondo dopoguerra, iniziata intorno alla metà del 2008 e dalla quale non ci si è ancora del tutto ripresi. Un focus sull'Italia aggiungerebbe a quanto anzidetto anche la chiamata in causa di molti osservatori di mercato, suffragata da molteplici recenti scandali bancari, circa la pratica poco rigorosa nella concessione dei prestiti da parte di vari istituti di credito italiani. Inoltre, le lungaggini ben note del sistema di giustizia civile nazionale (oltre sette anni per chiudere un fallimento, almeno cinque per un'esecuzione immobiliare) hanno creato un significativo accumulo di NPL nei "magazzini" delle banche, rendendone lungo ed ingarbugliato il processo di smaltimento e liberazione. Ad ulteriore aggravio del quadro sin qui descritto, vi è stato poi il tardivo sviluppo di un vero e proprio mercato degli NPL, nato solo pochi anni fa ed ostacolato, soprattutto nelle sue prime fasi di vita, tanto dalla contestuale debolezza del mercato immobiliare quanto dal cd. bid-ask spread, ovvero dal differenziale tra il prezzo al quale le banche erano disposte a vendere i propri crediti deteriorati e quello a cui erano disponibili ad acquistarli gli operatori specializzati, ciò in ragione delle asimmetrie valutative tra chi detiene il credito deteriorato (appunto, la banca) e chi lo deve comprare, quest'ultimo con un approccio ovviamente più prudenziale. Tutto ciò ha contribuito a far lievitare i tempi di gestione e, conseguentemente, le giacenze degli NPL in pancia agli istituti di credito.

Per smuovere questo costipato scenario economico è intervenuto il legislatore italiano che, a partire dal 2015, ha iniziato ad introdurre un importante pacchetto di riforme finalizzato ad accorciare la durata delle procedure concorsuali, ad efficientare le procedure esecutive, ad incrementare il successo dei concordati preventivi, nonché a rendere fiscalmente più vantaggiose le cessioni degli NPL. A gennaio del 2016 è stato altresì varato un meccanismo di garanzie pubbliche utile a smaltire i crediti in sofferenza presenti nei bilanci bancari (la cd. GACS - Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze), andando a ridurre proprio quel bid-ask spread che tanto appesantiva i processi di accordo nella cessione degli NPL. A maggio del 2016 sono state introdotte ulteriori novità per accelerare il recupero dei crediti in sofferenza, come il pegno immobiliare e il patto marciano sui nuovi contratti di finanziamento.

Anche l'Europa è intervenuta su tali aspetti con la sua autorità di vigilanza. La BCE ha infatti pubblicato le "Linee guida sui crediti deteriorati", imponendo nuove prassi e nuove attività di monitoraggio e controllo, oltre che promuovendo una maggior tempestività negli accantonamenti e nelle cancellazioni.

Un cospicuo contributo al sostanziale cambiamento del sistema bancario italiano è stato inoltre dato con l'entrata in vigore del nuovo principio contabile internazionale IFRS9, in sostituzione del precedente IAS39, il quale ha introdotto l'obbligo di iscrivere le rettifiche sui crediti in modo proporzionale all'aumento del loro rischio, evitando che gli effetti sui bilanci si manifestino solo a crisi avvenuta.

Gli effetti di questa rivoluzione normativa hanno prodotto un mercato degli NPL oggi molto più dinamico rispetto a quanto non lo fosse inizialmente. A partire dal 2017 lo stock dei crediti deteriorati detenuti dalle banche italiane ha iniziato una decisa riduzione, con un numero sempre maggiore di players interessati al loro acquisto, complice la miglior congiuntura economica ed il forte impulso alle cessioni impresso dalla vigilanza.

A tal riguardo, richiamo una notizia di questi giorni (per non dire di queste ore) relativa alla contesa di due importanti top players di settore, quali Intrum e Credito Fondiario, per accaparrarsi la divisione aziendale del gruppo Cerved specializzata nel settore degli NPL, ovvero Cerved Credit Management Group srl, la quale al 30 giugno scorso vantava 53,3 miliardi di euro di crediti in gestione, dei quali ben 43,8 miliardi "deteriorati".

Per chi vuole approfondire i numeri che attengono al mercato dei crediti deteriorati ad oggi, suggerisco la lettura del documento di cui al link in calce. Trattasi del report pubblicato da Banca IFIS sullo scenario del mercato NPL in Italia e relativo al Q3 2019, del quale ne riporto in copertina uno degli screen di riepilogo.

Market Watch NPL - Q3/2019

Nel concludere, tengo a volgere un sincero ringraziamento verso i lettori per il tempo dedicatomi, auspicando che il presente articolo possa essere stato di loro piacere, interesse ed utilità.

Vi lascio con una citazione del mio autore preferito, Mark Twain:

Un banchiere è uno che ti presta il suo ombrello quando c'è il sole, ma lo rivuole indietro appena inizia a piovere.